Il diritto di famiglia è forse una delle branche più prolifiche per le storie strane e curiose. Come dicono molti è probabilmente un ramo di quasi diritto, snobbato da moltissimi avvocati e lasciato, per lo più, alla componente femminile della professione forense ma sicuramente è una materia che ti permette di dare una sbirciatina al lato oscuro delle persone.
Ora, che le cause di separazione e divorzio possano essere particolarmente odiose per alcuni lo immagino, alla fine riguardano in maniera molto stretta la vita delle persone e spesso una parte piuttosto che un’altra ne esce distrutta.
Ma non siamo qui per parlare di lacrime. Se si parla di separazioni e divorzi si parla di una cosa sola: soldi.
Si possono fare tutti i discorsi del mondo, ricordare vite passate insieme, grandi amori, case, vacanze figli ma, perdonatemi il cinismo, nelle cause di questo genere alla fine tutto andrà a vertere sugli zeri: del conto in banca, dell’assegno, della retta di questa o quella scuola.
Sempre zeri sono.
Ecco che il vaso cinese, così chiamato solo perchè provvisto della prestigiosa scritta Made in China, della amata zia Clotilde diventa un cimelio di famiglia, che ricorda toccanti momenti della propria vita coniugale, quando ancora le cose andavano bene e tutti andavano d’accordo con tutti, quando fino alla settimana precendente accidentali gomitate e imprevedibili colpi di scopa cercavano di farlo cadere dalla mensola marchiata IKEA che nei documenti legali assume l’improbabile valore di 250 €, quando al momento dell’acquisto aveva probabilmente qualche zero di meno.
I valori affettivi: quanto affetto si può avere per un servizio di porcellana coperto dalla polvere da quasi vent’anni?
Direi che al valore affettivo si può assegnare un valore monetario di circa 500 €, soldi che vanno visti sotto una duplice prospettiva, come quelli che si chiedono al coniuge come indennizzo per non poter usare l’amato servizio, e come quelli che vengono lasciati all’avvocato che combatte per recuperare teiere e tazzine.
E non ditemi che al valore affettivo non si può assegnare un valore monetario: in questi casi si può.
Dopo tutto si può assegnare un valore monetario anche agli anni di matrimonio, più siete stati sposati più il coniuge debole dovrà sborsare… Non sto criticando gratuitamente leggi probabilmente giuste, sto cercando di fare il punto della situazione.
E il punto è che… Tutto gira intorno ai soldi.
Cifre più o meno elevate, guerre tra ricchi, o guerre tra poveri sempre guerre sono.
Esiste anche un detto “In amore e in guerra tutto è lecito” quindi pensate a cosa può diventare lecito se due ex amori si fanno la guerra: si può tranquillamente dare spazio alla fantasia.
I clienti hanno il costante bisogno di essere rassicurati e chiamano in studio più o meno per tutto, è vero che spesso sono eccessivamente insistenti, ma, a volte, per fortuna chiamano prima di commettere errori decisamente madornali.
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Ore 15.17 – Telefonata
Cliente: “Dottoressa le vorrei chiedere un consiglio, posso falsificare la firma di mio marito? Lui non la vuole rilasciare e serve per l’iscrizione di nostro figlio a scuola…”
Io: “No signora, sarebbe meglio di no, soprattutto vista la situazione in cui siete di continui litigi, eviti potrebbe creare molti problemi”
Cliente: “Ma è sicura? Può chiedere all’avvocato?”
Io: *insceno una musichetta d’attesa per farle credere di star parlando con l’avvocato*
“Ho chiesto signora assolutamente no!”
Ore 16.30 – Telefonata
Cliente: “Salve dottoressa volevo sapere se era ancora convinta che non potessi falsificare la firma di mio marito…”
Io: “……. sì!”
Ore 18.00 – Telefonata
Cliente: “Sono ancora io, buonasera, ma per quella questione della firma lei crede davvero che io non possa…”
Io: “NO SIGNORA, le assicuro che non ci sono state nuove leggi da un’ora a questa parte, falsificare una firma è sempre reato…”