In qualità di suo legale…











{gennaio 31, 2011}   Finchè corte non ci separi

Il diritto di famiglia è forse una delle branche più prolifiche per le storie strane e curiose. Come dicono molti è probabilmente un ramo di quasi diritto, snobbato da moltissimi avvocati e lasciato, per lo più, alla componente femminile della professione forense ma sicuramente è una materia che ti permette di dare una sbirciatina al lato oscuro delle persone.

Ora, che le cause di separazione e divorzio possano essere particolarmente odiose per alcuni lo immagino, alla fine riguardano in maniera molto stretta la vita delle persone e spesso una parte piuttosto che un’altra ne esce distrutta.
Ma non siamo qui per parlare di lacrime. Se si parla di separazioni e divorzi si parla di una cosa sola: soldi.

Si possono fare tutti i discorsi del mondo, ricordare vite passate insieme, grandi amori, case, vacanze figli ma, perdonatemi il cinismo, nelle cause di questo genere alla fine tutto andrà a vertere sugli zeri: del conto in banca, dell’assegno, della retta di questa o quella scuola.
Sempre zeri sono.

Ecco che il vaso cinese, così chiamato solo perchè provvisto della prestigiosa scritta Made in China, della amata zia Clotilde diventa un cimelio di famiglia, che ricorda toccanti momenti della propria vita coniugale, quando ancora le cose andavano bene e tutti andavano d’accordo con tutti, quando fino alla settimana precendente accidentali gomitate e imprevedibili colpi di scopa cercavano di farlo cadere dalla mensola marchiata IKEA che nei documenti legali assume l’improbabile valore di 250 €, quando al momento dell’acquisto aveva probabilmente qualche zero di meno.

I valori affettivi:  quanto affetto si può avere per un servizio di porcellana coperto dalla polvere da quasi vent’anni?
Direi che al valore affettivo si può assegnare un valore monetario di circa 500 €, soldi che vanno visti sotto una duplice prospettiva, come quelli che si chiedono al coniuge come indennizzo per non poter usare l’amato servizio, e come quelli che vengono lasciati all’avvocato che combatte per recuperare teiere e tazzine.

E non ditemi che al valore affettivo non si può assegnare un valore monetario: in questi casi si può.

Dopo tutto si può assegnare un valore monetario anche agli anni di matrimonio, più siete stati sposati più il coniuge debole dovrà sborsare… Non sto criticando gratuitamente leggi probabilmente giuste, sto cercando di fare il punto della situazione.
E il punto è che… Tutto gira intorno ai soldi.
Cifre più o meno elevate, guerre tra ricchi, o guerre tra poveri sempre guerre sono.

Esiste anche un detto “In amore e in guerra tutto è lecito” quindi pensate a cosa può diventare lecito se due ex amori si fanno la guerra: si può tranquillamente dare spazio alla fantasia.
I clienti hanno il costante bisogno di essere rassicurati e chiamano in studio più o meno per tutto, è vero che spesso sono eccessivamente insistenti, ma, a volte, per fortuna chiamano prima di commettere errori decisamente madornali.

***

Ore 15.17 – Telefonata
Cliente: “Dottoressa le vorrei chiedere un consiglio, posso falsificare la firma di mio marito? Lui non la vuole rilasciare e serve per l’iscrizione di nostro figlio a scuola…”
Io: “No signora, sarebbe meglio di no, soprattutto vista la situazione in cui siete di continui litigi, eviti potrebbe creare molti problemi”
Cliente: “Ma è sicura? Può chiedere all’avvocato?”
Io: *insceno una musichetta d’attesa per farle credere di star parlando con l’avvocato*
“Ho chiesto signora assolutamente no!”

Ore 16.30 – Telefonata
Cliente: “Salve dottoressa volevo sapere se era ancora convinta che non potessi falsificare la firma di mio marito…”
Io: “……. sì!”

Ore 18.00 – Telefonata
Cliente: “Sono ancora io, buonasera, ma per quella questione della firma lei crede davvero che io non possa…”
Io: “NO SIGNORA, le assicuro che non ci sono state nuove leggi da un’ora a questa parte, falsificare una firma è sempre reato…”



{gennaio 27, 2011}   Il perchè

Penso che il primo post di questo blog debba essere dedicato a spiegare perchè l’ho aperto innanzitutto. La spiegazione in realtà è molto semplice: sto vedendo da ormai quasi due anni l’ambiente della giustizia, dei tribunali, delle cancellerie e dei processi e ho pensato di condividere queste esperienze con il resto del web perchè, alcune, meritano davvero di essere raccontate.

Potete forse immaginarvi i Palazzi di Giustizia come delle jungle, credo sia un’immagine abbastanza fedele di quello che si vede ogni giorno aggirandosi per i corridoio o ancor più per le cancellerie dei nostri tribunali: attenti a non inciampare in qualche fascicolo…
Questa idea c’è da molto, di raccontare quello che vedo con occhi un po’ critici e stamattina dopo l’ennesimo peregrinare per corti e Tribunali ho deciso di aprire questo blog e iniziare a scrivere…
Se volete so anche il momento esatto in cui l’ho deciso, penso tra la frase “Non sono autorizzato a fare una fotocopia” e il “No non può spedire questo documento via e-mail deve portarlo e depositarlo a mani”.
Si sono quasi sicura che tutto sia successo in quel momento…

Ma andiamo con ordine: io non sono avvocato, sono una praticante quindi ho un po’ di dimestichezza con il lavoro sporco, con le fotocopie, il deposito atti, le notifiche e tutto quello che ci sta dietro ai processi.
Ho anche dimestichezza con le cose scomode e stupide, con quello che secondo me nemmeno vi immaginate a meno che non siate del mestiere.

Sono sicura che nessuno di voi immagina che in Tribunale Amministrativo Regionale possa esserci un addetto alle marche da bollo ben separato dall’addetto alle tessere delle fotocopie…

Non preoccupatevi comunque, questo non sarà un blog di lamentele, prometto di raccontare anche tante storie divertenti viste qui in studio e credetemi in questo lavoro ce ne sono tante degne di nota! Solo che dovrete concedermi anche qualche piccolo sfogo e qualche invettiva contro il nostro sistema giudiziario.

Non voglio parlare di processo breve, di grandi riforme, di inchieste o di scandali, qui ci saranno argomenti molto più terra terra, si parlerà di montagne di documenti che devono essere presentati cartacei in decine di copie, si parlerà di sedi staccate dei tribunali non autorizzate a vendere tessere delle fotocopie, si parlerà di timbri, di marche da bollo, di atti scritti a computer e inviati tramite posta ordinaria per l’incapacità nell’uso dei sistemi informatici.

Si parlerà di questo non di quello di cui parlano i politici, di code in cancelleria, di fascicoli trasportati con il trolley, forse anche di foreste disboscate… Ma anche di clienti strani, di richieste assurde… Di telefonate inverosimili, di litigi, bugie: separazioni, divorzi, beghe condominiali, querele fasulle…

Ne ho di cose da raccontare nonostante la poca esperienza…



et cetera